Il Bilancio di previsione 2018-2020, il Documento Unico di Programmazione 2019-2020 e i relativi atti complementari e propedeutici nuovamente al centro del dibattito politico locale.
Come si ricorderà, infatti, tali atti erano stati al centro di una lunga diatriba giudiziaria e politica a seguito di un ricorso al TAR presentato dai consiglieri di minoranza (eccetto Michele D’Ambrosio). Atti che, secondo i consiglieri comunali ricorrenti, sarebbero stati viziati da vizi procedurali tali da comportare l’illegittimità (nullità) degli stessi.
Alla fine del mese di dicembre 2019 il TAR, chiamato a pronunciarsi su questo ricorso, rigettava completamente il ricorso ritenendo quindi, di fatto, valido.
In ben 18 pagine di sentenza, la Sezione Prima del Tribunale Amministrativo, aveva spiegato dettagliatamente la propria decisione. Secondo quella sentenza infatti l’amministrazione comunale aveva adottato regolarmente gli atti in contrasto a quanto proposto nel ricorso dei consiglieri ricorrenti che ritenevano l’illegittimità per violazione e/o erronea applicazione di una serie di articoli del TUEL (Testo Unico degli Enti Locali) e del regolamento comunale di contabilità oltre a veder loro leso il diritto di iniziativa e di partecipazione in qualità di consiglieri comunali; nonché per l’eccesso di potere in cui sarebbe incorso il Comune per difetto d’istruttoria, sviamento, violazione dei principi di efficienza, trasparenza e buon andamento della Pubblica Amministrazione.
Sempre il TAR Puglia, nel mese di febbraio 2019 si era invece espresso in merito ad un altro ricorso presentato dagli stessi consiglieri comunali (D’Ambrosio escluso) accogliendo invece quanto mosso dai ricorrenti e portando l’amministrazione comunale a riapprovare – in tempi strettissimi – tutti gli atti contabili e quelli ad essi afferenti e complementari (divenuti poi anche oggetto di successiva azione legale amministrativa da parte degli stessi consiglieri).
Il rigetto del ricorso aveva rappresentato un “respiro di sollievo” per l’amministrazione comunale “5 stelle”.
Con il mancato accoglimento del ricorso al Tar sono decaddero tutte le ipotesi di eventuali conseguenze sul piano amministrativo che, in caso di accoglimento del ricorso al TAR, avrebbero anche potuto portare ad una cessazione anticipata della consiliatura e ad un nuovo commissariamento dell’ente comunale.
Ma veniamo, quindi, ai giorni d’oggi.
Il sindaco Baldassarre – nella serata di ieri durante una diretta streaming su Facebook – ha preannunciato la presentazione di un nuovo ricorso – da parte dei consiglieri (Volpe, Digregorio, Larato, Caponio e Nuzzi) – per impugnare la sentenza di fine 2019 davanti al massimo organo della giustizia amministrativa, ovvero il Consiglio di Stato. Lo stesso primo cittadino, preannunciando il tutto, si è detto profondamente contrariato di questa azione.
In ben oltre 20 pagine l’avvocato dei 5 consiglieri ricorrenti, Domenico Colella ha dettagliatamente specificato le motivazioni per le quali il Consiglio di Stato dovrebbe annullare o, all’occorrenza, riformare la sentenza del Tar pugliese.
Tra le varie motivazioni – volendo sinteticamente riportarle – vizi procedurali nell’approvazione degli atti del Bilancio previsionale e del Dup e la violazione delle prerogative di espletamento del mandato consiliare dei consiglieri ricorrenti.
Al momento non è dato sapere modalità – considerando anche il perdurare delle disposizioni anti-contagio da Covid-19 – e soprattutto i tempi di discussione del ricorso al tribunale di II grado della giustizia amministrativa.
Di sicuro c’è che, questa nuova azione legale, genererà profonda discussione politica tra la maggioranza pentastellata e l’opposizione consiliare.