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Riscossione tributi. La denuncia di Caponio (PD): «Servizio ora a due ditte ad un costo maggiore»

La Redazione
Il Consigliere comunale di minoranza del PD
In una nota inviata in Redazione il consigliere comunale di minoranza solleva la questione dell'affidamento del servizio di riscossione dei tributi affidato a ben 2 ditte con un costo superiore alla precedente gestione
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Tributi. Per i cittadini, questa parola, corrisponde sempre a qualcosa di spiacevole, sebbene dovuto, e che talvolta corrisponde a lamentele per servizi ricevuti o non ricevuti da parte della pubblica amministrazione.

Sull’argomento, quest’oggi, è pervenuta una nota stampa a firma del consigliere comunale di minoranza Francesco Caponio (PD).

Secondo Caponio, infatti, a fine 2019, si sarebbe consumata – amministrativamente parlando – il rinnovo del servizio di riscossione dei tributi alquanto “singolare.

«Fino al dicembre 2019 a Santeramo in Colle il servizio di riscossione di tutti i tributi – scrive Caponio nella nota – era affidato ad una società che era obbligata, per contratto, a spedire a sue spese anche le “letterine” che ci arrivano a casa, il tutto al costo complessivo annuo pari ad euro 73.000,00 circa».

«Che il contratto – afferma il consigliere comunale del Partito Democratico – con questa società sarebbe scaduto il 31 dicembre 2019 il Sindaco lo sapeva da non meno di tre anni ma, nonostante questo lungo lasso di tempo a disposizione, il campione barese di programmazione amministrativa, di alta strategia politica, che fa? Un benemerito ficco secco, ovvero lascia che spiri il termine senza bandire una nuova gara».

«Dal 2 Gennaio, centinaia di cittadini si ammassano dinanzi all’ufficio tributi di Santeramo chiedendo spiegazioni in merito alle “letterine” ricevute agli ignari dipendenti comunali costretti, a seguito della fine del contratto con la vecchia società, a supplire alle funzioni che prima erano espletate da un dipendente della società di riscossione».

Caponio, come afferma nella nota inviata in Redazione, afferma di aver ricevuto lui stesso diverse lamentele dai cittadini e di essersi poi attivato per cercare di capire il problema.

Secondo il consigliere comunale, infatti, la spiegazione è possibile rinvenirla all’albo pretorio online del comune di Santeramo.

«Il 31 dicembre 2019, quando voi tutti forse eravate intenti a fare la spesa per il cenone di San Silvestro, il Sindaco di Santeramo – afferma Caponio – provvedeva ad affidare il servizio di riscossione dei tributi non più ad una società ma a due società.

La legge – ricorda il consigliere – prevede due modi per assegnare ad un privato un servizio pubblico a pagamento: la gara d’appalto o l’affidamento diretto ovvero quel sistema che consente all’amministrazione comunale di rivolgersi direttamente un privato e, per usare le parole di Caponio, «consentendo al Sindaco di scegliersi il privato senza dar conto a nessuno».

Quest’ultimo modo, per legge, è un’eccezione a cui può farsi ricorso solo in casi eccezionali e residuali ed a rigorose condizioni tra cui quella secondo cui l’importo da corrispondere al privato non superi euro 40.000,00.

«Questa, tecnicamente detta “procedura di affidamento diretto” è quella procedura rispetto alla quale il Movimento Cinque Stelle ha costruito il suo consenso, urlando nelle piazze che andava eliminata perché veicolo del clientelismo politico, del marcio, della poca trasparenza, del modo per aiutare “gli amici degli amici” etc etc. Orbene, il Movimento 5 Stelle Santeramo rappresentato dal Sindaco Baldassarre non solo ne ha fatto ricorso per l’affidamento del servizio di riscossione dei tributi, ma per riuscirci non si è fatto scrupolo alcuno di interpretare la norma in modo del tutto singolare e personale e, cosa che ancor più duole, con un servizio palesemente inefficiente» – segnala il consigliere Caponio nella nota.

«Al fine di raggiungere il fine e apparire rispettoso della norma, l’amministrazione 5 stelle – commenta ancora il consigliere di minoranza – ha spacchettato il servizio di riscossione dei tributi prevedendo che la riscossione di alcuni tributi venga affida ad un soggetto privato mentre i restanti all’altro soggetto. Detto spacchettamento del servizio ha fatto sì che l’importo da corrispondere a ciascun privato sia inferiore a 40.000,00 previsto dalla norma, per l’esattezza 39.500,00».

«Quindi, in disparte della circostanza non trascurabile che la tanto decantata “onestà” è andata farsi benedire nuovamente, v’è che se prima il servizio di riscossione era unitario ed alle casse del Comune costava euro 73.000,00 oggi costa 79.000,00 euro a cui deve aggiungersi il costo delle raccomandate per le “letterine” che vengono spedite ai cittadini».

«Che dire – si legge a margine della nota di Caponio – dei dipendenti dell’ufficio tributi che saranno costretti ad interfacciarsi con due soggetti privati diversi? E la gestione dei tributi per compartimenti stagni non vi sembra una idiozia unicamente santermana?Cari amici, è proprio vero che al peggio non c’è mai fine».

giovedì 9 Gennaio 2020

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