Cronaca

Nuovi arresti per il crac Fusillo a carico di imprenditori, professionisti ed ex vertici della BPB

La Redazione
Guardia di Finanza
Ai domiciliari Gianluca Jacobini, interdetto Marco. In manette anche Giacomo Fusillo, figlio dell'imprenditore Vito interdetto per 12 mesi
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ella mattina odierna i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari hanno eseguito un’ordinanza applicativa di 8 misure cautelari personali – emessa, su richiesta di questa Procura della Repubblica, dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bari – nei confronti di imprenditori, professionisti ed ex vertici della Banca Popolare di Bari, indagati, a vario titolo, per i reati di bancarotta concordataria e fallimentare aggravata, riciclaggio e autoriciclaggio, commessi nel periodo dal 2016 al 2019.

In particolare, i destinatari della misura degli arresti domiciliari sono Giacomo Fusillo (figlio di Vito Fusillo, imprenditore barese attivo nel settore delle costruzioni immobiliari nonché già amministratore delle fallite Fimco S.p.A. e Maiora Group S.p.A.), Gianluca Jacobini (già Condirettore Generale della Banca Popolare di Bari), Nicola Loperfido (già responsabile della Funzione Crediti del medesimo istituto), Salvatore Leggiero (imprenditore dominus dell’omonimo gruppo immobiliare fiorentino), Girolamo Stabile (rappresentante legale del Fondo di investimento estero Kant Capital con sede in Gibilterra), Vincenzo Elio Giacovelli (commercialista e legale rappresentante protempore della società Il Melograno Eventi S.r.l., riconducibile a Giacomo Fusillo).

È stata, invece, disposta la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale per 12 mesi nei confronti del citato Vito Fusilloe di Marco Jacobini(già Presidente del C.d.A. della Banca Popolare di Bari).

«L’ordinanza cautelare – si legge nella nota della Procura – costituisce l’epilogo di articolate e complesse indagini avviate da quest’Ufficio di Procura ed effettuate dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bari, a seguito della richiesta di ammissione al concordato preventivo avanzata da Fimco S.p.A. e Maiora Group S.p.A., società dichiarate fallite dal Tribunale di Bari in data 25.09.2019 su richiesta di questa stessa Procura.

Nello specifico, sono state contestate agli indagati plurime operazioni societarie “straordinarie” poste in essere in epoca antecedente e prossima al verificarsi dello stato di insolvenza al fine di “distrarre” o “dissipare” beni immobili e compendi aziendali di rilevante pregio facenti parte del patrimonio delle imprese Fimco S.p.A. e Maiora Group S.p.A., il cui valore economico è stato stimato in 93 milioni di euro. Tali condotte sono state poste in essere con il coinvolgimento di compiacenti imprenditori e professionisti e con il determinante concorso degli ex vertici della Banca Popolare di Bari (attualmente commissariata), nelle persone di Marco Jacobini, Gianluca Jacobini e di Nicola Loperfido i quali hanno: – reiterato nel tempo la concessione di linee di credito, finanziamenti e sconfinamenti di conto corrente in favore delle società facenti parte del gruppo Fimco/Maiora, pur nella consapevolezza del loro stato di dissesto finanziario e della loro incapacità di adempiere alle obbligazioni assunte; – agevolato ed incentivato la distrazione di importanti asset dal patrimonio del gruppo Fimco/Maiora verso società terze, concedendo a queste ultime i finanziamenti necessari al perfezionamento delle relative compravendite.

A due degli indagati, Giacomo Fusillo e Vincenzo Elio GIiacovelli, sono stati altresì contestati i reati di autoriciclaggio e, per il solo Giacomo Fusillo, anche il reato di riciclaggio essendo state accertate, in almeno due circostanze, condotte poste in essere sui beni distratti dalla massa fallimentare finalizzate ad impedirne l’individuazione della provenienza delittuosa. Detti beni, per lo più compendi aziendali – dopo essere stati sottratti al patrimonio delle fallite – sono stati trasferiti a soggetti giuridici appositamente costituiti dagli stessi indagati al fine di preservarli da possibili aggressioni dei creditori ovvero in favore di società terze allo scopo di monetizzarne il relativo valore.

L’analisi condotta sulla documentazione acquisita presso le sedi delle imprese coinvolte in tali operazioni, nonché le attività tecniche di captazione di comunicazioni telefoniche e di analisi forense sui computer e server aziendali ha condotto alla individuazione di diverse operazioni societarie aventi finalità distrattive o dissipative».

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali, le Fiamme Gialle baresi stanno effettuando – su delega di questa Procura – perquisizioni presso abitazioni ed uffici ubicati in Bari, Roma e Milano nella disponibilità di alcuni indagati.

martedì 29 Settembre 2020

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