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Chiusura scuole, Lopalco: «Sulle scuole decisione necessaria»

La Redazione
Didattica a distanza?
Il commento dopo l'ordinanza di Emiliano: da domani si torna alla didattica a distanza. Sempre domani la protesta dei genitori
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Chiudere le scuole, come si è deciso di fare da domani in Puglia, «è una scelta impopolare, ma necessaria. Anche se avessimo avuto dei trasporti perfetti, non saremmo riusciti ad evitare i contagi nelle scuole. Sette mesi di tempo non sono abbastanza per organizzare il trasporto pubblico. E’ impossibile. Non c’è una Regione in Italia che ci sia riuscita». «Abbiamo folle di genitori in fila per un pezzo di carta. E’ una faccenda che andava risolta. Non possiamo permetterci che così tanti medici restino fermi nello studio per firmare carte. Se avessi potuto parlare da epidemiologo a Macron, che ha annunciato il lockdown nazionale ma con i ragazzi fra i banchi, gli avrei consigliato di chiudere le scuole».

È la riflessione dell’epidemiologo Pierluigi Lopalco, assessore alla Sanità della Regione Puglia, intervenuto su Radio Capital. In giornata, intanto, si era registrata invece la posizione del ministro dell’Istruzione Azzolina che, rivolgendosi ad Emiliano, chiedeva al governatore di ripensare la propria decisione di chiusura.

«La scuola svolge un ruolo fondamentale nella trasmissione del virus. Conta poco se si contagiano dentro o fuori le classi – ha osservato Lopalco – Conta però che, quando una classe è coinvolta anche per un solo positivo, tutta la classe con l’insegnante deve andare a casa. Si attiva un lavoro incredibile da parte dei servizi locali. Se moltiplichiamo per tutte le scuole pugliesi, è un lavoro enorme che pesa troppo sui sistemi di prevenzione”. Quella di chiudere le aule, ha dunque spiegato l’assessore pugliese, “è una decisione che abbiamo preso insieme ai pediatri, oberati di lavoro per tutti i bambini che aspettano i certificati medici anche dopo un semplice raffreddore».

«Quando una classe è coinvolta, anche per un solo positivo – ha spiegato Lopalco – tutta la classe con l’insegnante deve andare a casa. Si attiva un lavoro incredibile da parte dei servizi territoriali. Bisogna fare il tampone, fare i provvedimenti di isolamento, fare sorveglianza, poi rifare i tamponi per il rientro. Se si moltiplica tutto questo per 286 scuole questo è un lavoro enorme che va a finire sui dipartimenti di prevenzione».
«C’è un altro elemento che noi speriamo venga risolto nei prossimi giorni e riguarda tutta la burocrazia che è stata creata attorno alla gestione Covid nelle scuole», ha aggiunto l’epidemiologo. «Pensate ai certificati – ha detto – il punto di partenza della nostra decisione di chiudere le scuole è partita proprio da loro: i pediatri hanno gli studi assaltatati dai genitori che chiedono il certificato per il rientro a casa del loro figlio che è stato a casa per 4 giorni con il raffreddore. Interviene anche un meccanismo difensivo, abbiamo la folla di genitori per chiedere un pezzo di carta ed è una faccenda che va risolta. Non possiamo permetterci che così tanti medici restino fermi nello studio per firmare carte, in un momento in cui i medici servono sul campo come il pane».

giovedì 29 Ottobre 2020

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