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Coronavirus, Lopalco: «Positivi risultati in Puglia dall’uso di farmaci sperimentali e test rapidi»

La Redazione
Il prof. Pietro Luigi Lopalco responsabile della struttura speciale di progetto "Coordinamento Regionale Emergenze Epidemiologiche"
Il punto sull'utilizzo del TocilzumabIl da parte del responsabile delle emergenze epidemiologiche della Regione Puglia
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«Siamo in contatto, abbastanza frequente, con gli infettivologi che ci confermano quello che è stato osservato anche nelle altre regioni, in particolare sul Tocilzumab, il più usato in Puglia, e cioè un effetto positivo soprattutto su un gruppo di pazienti selezionati e in un certo momento della malattia».

A dichiararlo a Repubblica Bari è Pierluigi Lopalco, docente ordinario di Igiene all’Università di Pisa e responsabile delle emergenze epidemiologiche della Regione Puglia.

Lopalco quindi fa il punto sull’utilizzo di farmaci sperimentali contro il covid-19 (coronavirus) qui in Puglia.
«Il Tocilzumab, di solito, viene utilizzato contro l’artrite reumatoide. Ovviamente al momento si tratta di una fase sperimentale».
«L’altro farmaco che comunque si utilizza – aggiunge Lopalco a Repubblica – è la combinazione di clorochina, un antimalarico, e la azitromicina. Anche quello nelle fasi iniziali della malattia dà dei buoni risultati».

Come ricorda infatti l’epidemiologo in Puglia, infatti, si sta realizzando un’altra sperimentazione e cioè quella dei test rapidi sierologici o immunologici, sia all’istituto oncologico ‘Giovanni Paolo II’, sia a pazienti che a operatori sanitari, che al Policlinico di Bari, per individuare gli anticorpi alla malattia. «Si sta proseguendo – commenta ancora Lopalco – i test funzionano».

«Saranno effettuati anche su altri gruppi di popolazione – preannuncia – come per esempio gli operatori del 118. In parallelo i due grossi ospedali Policlinico di Bari e di Foggia partono con test sierologici diversi, quelli che si fanno in laboratorio con prelievo di sangue. Andiamo avanti per valutare. Questi test non servono in questo momento dell’epidemia – precisa – saranno utili dopo. Per cui è giusto che adesso vengano sperimentati. Sono test che funzionano bene nell’individuare gli anticorpi, soprattutto in soggetti quanto più ci si allontani dall’infezione».

Gli anticorpi infatti ‘maturano’ dopo. «Resta fermo – conclude – che l’unico modo per fare diagnosi e terapia purtroppo è il tampone ma questi test sono utili per fare indagini sierologiche».

domenica 5 Aprile 2020

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