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Il 2020 del Parco: lotta ai rifiuti, contenimento dei cinghiali e turismo

La Redazione
Il calendario 2020 del Parco dell'alta Murgia
Tra i temi anche la candidatura a Geoparco Unesco. Il presidente ​Francesco Tarantini: «Un anno volto alla promozione del patrimonio geologico, culturale ed enogastronomico»​. Presentato anche il calendario 2020
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Alle soglie del 2020 l’Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia – da settembre scorso guidato da Francesco Tarantini dopo una vacatio durata due anni – ha illustrato in conferenza stampa i risultati delle attività svolte nel 2019 e le azioni che andranno a scandire il nuovo anno, per la valorizzazione dei tredici Comuni che compongono l’area Parco.

La conferenza, durante la quale è stato presentato il nuovo calendario dell’Ente, si è svolta ieri mattina a Bari nella sala stampa della Regione Puglia alla presenza di Alfonso Pisicchio, assessore alla Tutela del Paesaggio della Regione Puglia, Francesco Tarantini, presidente del Parco Nazionale Alta Murgia, e del Maggiore Giuliano Palomba, comandante dei Carabinieri del Parco Nazionale Alta Murgia.

Lotta all’abbandono dei rifiuti e contenimento dei cinghiali sono al vertice di un programma mirato di attività. Per arginare l’abbandono dei rifiuti, ormai consuetudine nel territorio murgiano, l’Ente Parco ha avviato il progetto Alta Murgia Free Waste il cui comitato di pilotaggio è stato costituito lo scorso novembre. Progetto che ha un obiettivo duplice: da un lato sensibilizzare le coscienze, dall’altro reprimere le diffuse malsane abitudini. Con una campagna di informazione, Alta Murgia Free Waste agirà per sensibilizzare cittadini e scuole sulle problematiche connesse all’abbandono dei rifiuti nelle aree protette; l’aspetto repressivo, con il fondamentale supporto delle Polizie locali e dei Carabinieri Forestali, riguarderà l’installazione di fototrappole nei tredici Comuni del Parco e l’utilizzo di un’app per permettere ai cittadini di segnalare i rifiuti abbandonati.

Massimo rilievo verrà dato all’azione di contenimento dei cinghiali, attraverso una strategia concordata di recente con Anci, Federparchi, Ispra e Conferenza Stato Regioni. Prevede l’attivazione del selecontrollo nelle aree contigue al Parco e l’implementazione di nuove gabbie di cattura e recinzioni elettrificate a tutela delle colture. Strategia che coinvolge le istituzioni e le altre aree protette regionali e nazionali, per affrontare in modo sinergico un’emergenza che provoca danni continui alle coltivazioni, concentrati in modo disomogeneo nei mesi estivi e invernali per le coltivazioni di cereali e legumi, nei mesi autunnali per le colture a mandorli e a vite. Danni per i quali l’Ente paga indennizzi pari a circa 80.000 euro all’anno.

Ad oggi l’Ente Parco ha stimato una densità di 48 capi ogni 100 ettari, ma l’obiettivo è tendere a una densità massima di 12 capi, come previsto dal Piano di gestione del cinghiale. Negli ultimi centoquaranta giorni sono stati catturati in totale 330 animali.

Nel 2020 sarà centrale la candidatura del Parco a Geoparco UNESCO, avviata per valorizzare la ricchezza di geodiversità che caratterizza il territorio, unico per la specificità di ambiente pseudosteppico e la presenza di geositi ricchi di un’ampia biodiversità (dai microrganismi, all’entomofauna impollinatrice, fino alle straordinarie erbe della murgia). Emblema è Cava Pontrelli, geosito ad Altamura che custodisce circa 20.000 orme di dinosauri vissuti 70/80 milioni di anni fa.

Per la promozione del patrimonio enogastronomico, ricco di prodotti e tradizioni locali, a inizio 2019 è stato avviato il progetto il Paniere del Parco dell’Alta Murgia con il quale l’Ente punta a far conoscere e apprezzare le produzioni tipiche, tramite un percorso partecipato che ha l’obiettivo di creare cooperative di comunità intorno ai prodotti di eccellenza.

L’anno che volge al termine ha visto riconfermata l’adesione del Parco alla CETS, la Carta europea del Turismo Sostenibile, una certificazione che facilita una migliore gestione delle aree protette per lo sviluppo del turismo sostenibile. Un riconoscimento ottenuto nel 2014 e riaffermato lo scorso 2 dicembre a Bruxelles da parte della Federazione Europea dei Parchi, per l’impegno messo in campo in questi anni nel promuovere il territorio dell’Alta Murgia. Prioritaria in questa direzione la formazione degli operatori turistici per migliorare servizi e accoglienza.

Sull’onda del turismo sostenibile lo scorso 12 dicembre si sono svolti gli esami finali – sostenuti da venti professionisti – per il rilascio del titolo di Guide ufficiali del Parco, ai sensi della Legge quadro sulle aree protette.

La conferenza si è chiusa con la presentazione del calendario 2020 dell’Ente Parco. Dodici fotografie custodite nell’archivio storico del Centro studi Torre di Nebbia, che nascono da una ricerca di Luciano Montemurro durata quasi un quarto di secolo. Un lavoro intenso che ha portato il fotografo a girovagare tra le contrade della Murgia per immortalarne il paesaggio agricolo, gli jazzi, i contadini al lavoro nei campi, le pecore al pascolo e le facciate delle masserie che si ergono superbe nel paesaggio, in coincidenza con il sorgere del sole.

«Lo si legge nel nuovo calendario: sarà un 2020 orientato alla valorizzazione delle persone e delle loro storie – ha dichiarato Francesco Tarantini, presidente del PNAM – Un anno volto alla promozione del patrimonio geologico, culturale ed enogastronomico, in chiave ecosostenibile. Ciò andrà in parallelo a strumenti e azioni messi in campo per risolvere le problematiche che affliggono il territorio da anni. Come ho ribadito più volte, non ci saranno proclami di alcun tipo ma un ascolto concreto dei bisogni di chi vive il parco quotidianamente e contribuisce, spesso con non poche difficoltà, alla sua crescita e conservazione».

«Per noi Regione Puglia – commenta l’assessore alla Pianificazione Territoriale e al Paesaggio, Alfonso Pisicchioil Parco Nazionale dell’Alta Murgia è un punto di riferimento fondamentale perché è un momento di sintesi che abbraccia temi come ambiente, cultura, paesaggio, qualità della vita. Senza dimenticare la presenza all’interno di Comuni importanti per prospettive di collaborazione. Credo che le buone pratiche adottate dal Parco nazionale siano replicabili anche nei parchi regionali al fine di immaginare una collaborazione, quanto mai indispensabile, per definire una strategia comune. Parlare di parchi significa mettere al centro la qualità di vita, la cultura, l’ambiente, valori che possono essere diffusi solo attraverso una campagna di formazione e informazione. Noi come Regione Puglia daremo sempre il nostro sostegno per battaglie comuni come la prevenzione dell’abusivismo edilizio e l’abbandono dei rifiuti, due elementi che deturpano il nostro paesaggio. Inoltre – conclude l’assessore – mi preme sottolineare che l’esperienza del Parco dell’Alta Murgia ci aiuta a immaginare la necessità di una revisione della legge di istituzione dei parchi regionali. Una legge ormai risalente al 1997 e che quindi ha bisogno di una riflessione».

venerdì 20 Dicembre 2019

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