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Ara Puglia: «Solidarietà agli allevatori della Sardegna. In Puglia settore ovicaprino in crisi»

La Redazione
La protesta del latte degli allevatori sardi
Anche in Puglia, in questi giorni, molti allevatori di ovini stanno buttando il loro latte
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In segno di solidarietà con i colleghi allevatori della Sardegna, anche in Puglia in questi giorni molti allevatori di ovini stanno buttando il loro latte.Alla base della protesta il basso costo riconosciuto agli allevatori per il prezzo al litro del latte.

«Vogliamo evidenziare la nostra piena solidarietà e condivisione con la battaglia che da giorni stanno conducendo gli amici della Sardegna ma, nello stesso tempo, vogliamo accendere i riflettori su una vicenda che caratterizza fortemente anche la nostra Regione e che comporta il rischio di completa marginalizzazione del settore ovicaprino» – dichiara il Presidente di ARA Puglia Pietro Laterza.

«Anche in Puglia, dove insistono oltre 4000 allevamenti di ovini e caprini con complessivi 317.000 capi, la situazione non si discosta molto da quella della Sardegna in quanto, anche se il prezzo del latte è leggermente più elevato, ma per ragioni legate esclusivamente alle caratteristiche qualitative del prodotto, assistiamo a continui ritardi o, addirittura, mancati pagamenti da parte di caseifici: basti pensare che ci sono allevatori che aspettano da circa 10 mesi il pagamento del loro latte».

«Eppure – prosegue Laterza – in Puglia ci sarebbero tutte le condizioni per una piena valorizzazione delle produzioni ovicaprine, determinate dalla presenza di una elevata biodiversità animale che trova fondamento nella presenza di razze autoctone (es. pecore di razza Gentile di Puglia, Altamurana, Leccese o capre di razza Garganica, Jonica ecc.) e, soprattutto, per la presenza di una delle DOP più antiche: il Canestrato Pugliese. Purtroppo proprio questa DOP è poco valorizzata anche a causa della scarsa trasparenza nella sua gestione complessiva».

«Ci auguriamo pertanto – conclude Laterza – che nell’affrontare la questione Sardegna, il mondo politico, ivi compreso quello regionale, prenda coscienza che la crisi del settore ovicaprino abbraccia trasversalmente ampie aree del nostro territorio nazionale, ivi compresa la Puglia, dove il rischio più incombente è quello di un abbandono di questa tipologia di allevamento, con il contestuale abbandono di ampie fasce di territorio, soprattutto quello delle aree interne e più disagiate, con conseguenti danni irreparabili all’ambiente e alla conservazione degli habitat naturali e del paesaggio rurale».

sabato 16 Febbraio 2019

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