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Dalla Marcia per l’Altra Murgia una lettera contro le servitù militari

La Redazione
Marcia per l’Altra Murgia
Indirizzata a Sindaci, Regione e Parco, può essere sottoscritta entro il 30 maggio. «Abbiamo camminato sui passi di don Tonino e Dino Frisullo, che ponevano domande a cui non sono state date risposte»
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Circa 100 persone hanno partecipato lo scorso 6 maggio alla Marcia per l’Altra Murgia, da Ruvo al Bosco di Patanella. Hanno percorso una decina di chilometri fra oliveti, frutteti e boschi di quercia e hanno raccolto rifiuti (una decina di bustoni fra plastica, vetro e materiale indifferenziato) che altri cittadini molto meno sensibili avevano lasciato lungo i margini delle strade attraversate.

All’arrivo c’è stato un momento di riflessione collettiva sulle questioni inerenti l’impatto dei poligoni di tiro e delle esercitazioni militari sul territorio del Parco, che si regge su equilibri ecologici molto delicati. Ciò infatti rappresenta un rischio evidente per la complessità faunistica dell’Alta Murgia, non a caso tutelata dalla proibizione assoluta della caccia e invece sottoposta ad una quasi costante incursione di mezzi pesanti ed esplosioni.

La presenza delle esercitazioni mette a repentaglio anche la qualità delle coltivazioni, generando ricadute sull’alimentazione, per la potenziale contaminazione con materiali chimicamente estranei al ciclo biologico delle colture. È immediato comprendere il conflitto con le positive pratiche messe in essere dall’Ente Parco e la programmazione agricola regionale, che mirano invece a una riconoscibile produzione agro-alimentare di qualità.

Si tratta di un evidente fardello anche per le numerose aziende agrituristiche, che non possono gestire le prenotazioni di coloro che cercano pace e tranquillità nel verde del Parco di fronte all’incursione di mezzi blindati e obici.

Le filiere agro-alimentari e ogni forma di turismo naturalistico saranno pesantemente danneggiati fin quando sulla Murgia si cercherà di farli convivere con le esercitazioni militari.

Infine, sono state avanzate idee e proposte da parte dei partecipanti all’iniziativa. È di fondamentale importanza dimostrare scientificamente l’impatto di questi agenti esterni sulla salute dei cittadini dei comuni limitrofi e sui consumatori, nonché i danni al territorio e alla sua stabilità ecologica attraverso la costituzione di una rete tecnica e di un comitato scientifico adeguato, che integri le esperienze delle realtà già maturate nella storia del Parco (Comitati Altra Murgia, centro studi “Torre di nebbia”) con quelle presenti in altre realtà territoriali interessate da pesanti servitù militari (come la Sardegna e il Friuli).

Obiettivo fondamentale è far crescere nell’opinione pubblica e nelle autorità la consapevolezza del problema e una sensibilità non generica verso un ambiente neutro e indefinito, che giunga, attraverso una graduale riduzione della presenza militare, alla matura comprensione dell’incompatibilità fra scopo e funzione di un Parco nazionale e le pesanti implicazioni di cui si è detto. Consapevolezza popolare che funga anche da supporto a ogni azione dell’Ente Parco, troppo solo negli ultimi anni nel fronteggiare queste problematiche.

Non ultima preoccupazione è infine quella dell’ipotizzata localizzazione sulla Murgia del Sito unico nazionale per il deposito dei rifiuti radioattivi, che rappresenterebbe l’ennesimo e definitivo macigno sulle promesse di sviluppo agricolo e turistico di tutta l’area.

A conclusione della giornata, è stata stilata una lettera aperta alle Amministrazioni locali, alla Regione e all’Ente Parco, che sarà sottoposta alla libera sottoscrizione dei cittadini delle Comunità del Parco entro il 30 maggio.

Eccone il testo integrale.

«I cittadini e le cittadine che hanno partecipato o aderito alla Marcia del 6 maggio 2018 da Ruvo al Bosco Patanella, nel Parco nazionale dell’Alta Murgia, ritengono che siano valori fondamentali per lo sviluppo della comunità la costruzione della pace e dell’amicizia fra i popoli e la protezione delle risorse naturali e dei beni ambientali e urbanistici comuni.

Per questo motivo, sottoscrivendo questo appello, chiediamo alle nostre Comunità e alla sensibilità delle Autorità politiche e di Governo nazionale e regionale:

  • di ripensare e ridiscutere, ad ogni livello di responsabilità, la compatibilità frail peso delle servitù militari e delle esercitazioni effettuate nei poligoni sulla Murgia nei pressi di aziende agricole e zootecniche, con lo scopo e la funzione del Parco Nazionale dell’Alta Murgia
  • di considerare come beni prioritari sia la costruzione della pace e della amicizia fra i popoli attraverso la cooperazione e lo sviluppo, che la tutela di boschi, pascoli e campi coltivati della nostra Murgia, che rappresentano un patrimonio unico nonché una fonte di reddito e di sviluppo per l’agricoltura ed il turismo sostenibili
  • di impedire che si possa pensare alla Murgia per la localizzazione del sito per lo stoccaggio permanente delle scorie nucleari nazionali
  • di operare perché la valorizzazione delle risorse ambientali della nostra Murgia non sia lasciata alla speculazione edilizia e allo sfruttamento delle cave ma sia governata per favorire le energie rinnovabili, curare la qualità dell’alimentazione e la cura delle persone

Noi, uomini e donne che abbiamo percorso queste strade e sostato in questi boschi, crediamo che la Murgia non sia uno spazio vuoto da riempire o modificare, non sia “il deserto dietro casa” che si debba prestare ad ogni uso: i carri armati, il degrado e l’abbandono dei rifiuti.

Abbiamo camminato sui passi di don Tonino Bello e Dino Frisullo, che seminavano per il futuro e ponevano domande a cui non sono state ancora date risposte durature».

lunedì 14 Maggio 2018

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