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Re-intitolazione di via Carmine Crupi

La Redazione
Cerimonia di re-intitolazione a Carmine Crupi
Finalmente corretto il naming della strada. Ecco chi era Carmine Crupi
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Finalmente giunge al termine l’ormai nota vicenda legata all’errore toponomastico di Via “Carmine Crupi” che per anni è stata erroneamente chiamata Via “Carmine Gruppi”. La vicenda, oggetto di querelle politiche è stata portata alla ribalta nel 2013 con l’interpellanza avanzata dall’allora minoranza in Consiglio Comunale.

Solo nel 2016, con la delibera n.190 del 30 settembre 2016, fu avviata la procedura che mercoledì mattina ha portato alla re-intitolazione. Alla presenza di un’ampia rappresentanza dei soci dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia e di una classe del primo circolo didattico Hero Paradiso, il sindaco di Santeramo ricordando ai ragazzi il valore del sacrificio e dell’altruismo nei momenti difficili, ha scoperto la nuova targa toponomastica che era già stata installata durante lo scorso Dicembre 2017.

«Ho mantenuto l’impegno di portare a compimento la doverosa restituzione della corretta identità (cognome corretto) a Carmine Crupi, marinaio del Battaglione San Marco – ha dichiarato il Sindaco di Santeramo Fabrizio Baldassarre durante la simbolica cerimonia inaugurale di questa mattina – che durante la seconda guerra mondiale si rese protagonista di un gesto eroico qui a Santeramo».

Come riporta Lavocedelmarinaio.it con uno scritto di Giovanni Tritto, “Carmine Crupi nasce a New York il 19 febbraio 1917 ma un errore di trascrizione lo identifica come “Carmine Gruppi” (veniva trascritto agli atti del Comune di Catona (RC) il 3 gennaio 1934 risulta figlio di Francesco Crupi e di Grazia Vespia e forse ancora vivente dovrebbe abitare un suo zio, Romolo Crupi, unico parente).

Durante il secondo conflitto mondiale, più esattamente tra il 20 e il 21 settembre 1943, un reparto ben armato dell’esercito tedesco in ritirata, dopo la firma dell’armistizio, circondò e si impadronì della polveriera sita nella periferia del Comune di Santeramo in Colle (Bari). A difesa di questa polveriera, denominata “la parata”, era stato posto un reparto del Battaglione San Marco di cui Carmine Crupi faceva parte in qualità di Sottocapo autista.

I soldati tedeschi, sotto la minaccia delle armi, intimarono la resa ai nostri marinai minacciandoli, in caso contrario, di farli saltare insieme alla polveriera. Sia per la superiorità numerica degli avversari che per la sproporzionata differenza di munizionamento, i nostri marinai si resero subito conto che sarebbe stata vana qualsiasi difesa e resistenza e, consapevolmente, accettarono la resa e la consegna delle armi. Fatti prigionieri furono obbligati a posizionare le cariche esplosive che avrebbero dovuto far saltare anche gli altri depositi di munizioni della zona. Questi depositi erano ubicati a ridosso del centro abitato e lo scoppio di alcuni di essi avrebbe sicuramente provocato una strage di cittadini innocenti.

La sera del 20 settembre 1943 i tedeschi convocarono tutti i marinai per comunicare che il loro compito era esaurito e, poiché avevano svolto il lavoro con bravura e lealtà, li avrebbero lasciati liberi il giorno dopo.

Carmine Crupi intuì il macabro disegno di distruzione che i tedeschi avevano architettato e memorizzò “lo schema” di predisposizione e il “congegno” che avrebbe permesso la simultanea esplosione dei circa 150 depositi della polveriera. Ben conscio del grande pericolo a cui andava incontro, finse di allontanarsi e si nascose in una delle grotte dell’avvallamento della zona, desideroso di fare qualcosa che avrebbe potuto scongiurare esplosione e lutti. Ed infatti riuscì nel suo intento. Alle prime luci dell’alba di quel 21 settembre 1943, appena i soldati tedeschi abbandonarono la polveriera, uscì dal suo nascondiglio e coraggiosamente disattivò tutti i congegni che in precedenza erano stati posti.

I tedeschi azionando a distanza i congegni, fecero crollare, dopo averlo oltrepassato, solo il ponte che collegava il paese di Santeramo a quello di Altamura (cittadina che dista circa 20 chilometri) e si resero conto che qualcosa nel loro diabolico piano non aveva funzionato ma ormai era troppo tardi per ritornare indietro.

Il gesto eroico di un animo nobile e generoso come quello di Carmine Crupi che mise a repentaglio la sua stessa vita, fu salutato con gioia dai santermani e dai commilitoni del Battaglione San Marco. Purtroppo, quella stessa mattina, il destino si accanì contro di Lui. Infatti, dopo aver preso la moto di servizio, appena imboccata una strada per il ritorno a Taranto, e consegnare con le sue stesse mani il rapporto dell’accaduto all’Alto Comando Dipartimentale – ironia della sorte – saltò per aria dopo aver urtato una mina anticarro disseminata lungo il tragitto.

Il Sottocapo autista Carmine Crupi morì dilaniato in quel tragico 21 settembre 1943 all’età di 26 anni. Venne sepolto nel cimitero di Santeramo in Colle e aspetta ancora oggi, dalla burocrazia, che i suoi dati anagrafici vengano regolarizzati da Carmine Gruppi a Carmine Crupi”.

giovedì 22 Febbraio 2018

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