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Prezzo latte in caduta e allevatori in ginocchio. Il consiglio comunale approva atto di indirizzo

La Redazione
L'assessore all'agricoltura Caponio
La proposta ha previsto di dare indirizzo al Sindaco ed alla Giunta Comunale perché si facciano promotori presso le istituzioni regionali per la convocazione immediata di un tavolo di trattativa tra le parti in causa
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È stata approvata all’unanimità dal consiglio comunale di Santeramo in Colle, la proposta dell’assessore alla agricoltura Giuseppe Caponio relativa al “drastico calo del prezzo del latte crudo nelle stalle insistenti nel territorio del comune”. L’assessore Caponio, posando sul tavolo due bottiglie di latte ha esordito dicendo: “Oggi ad un allevatore, per comprare un caffè, non bastano due litri di latte e questo fa subito capire quanto sia difficile l’attuale situazione economica negli allevamenti da latte. Far quadrare il bilancio di una azienda zootecnica è davvero difficile e l’imprenditore zootecnico sta rinunciando, prima di tutto, al suo margine di guadagno. Così cerca di portare avanti l’attività che molto spesso rappresenta una vera e propria tradizione di famiglia.”

Nel territorio del comune di Santeramo in Colle risultano attivi 140 allevamenti di bovini di cui 108 orientate alla produzione di latte; da anni si registra una condizione di difficoltà del settore tant’è che nell’ultimo decennio si registra una costante diminuzione del numero degli allevamenti con percentuali annue che vanno dal -4% al -6%. Tante aziende sono quasi al collasso e la principale causa di queste probabili chiusure è il calo del prezzo del latte che attualmente si attesta intorno al 10% con un prezzo medio che si attesta su 0,36€/0,38€ al litro.

È stato evidenziato come perdere un allevamento non vuol dire solo la scomparsa di un soggetto economico produttivo ma vuol dire anche la perdita di un presidio del territorio rurale, di veri e propri custodi e tutori degli appezzamenti circostanti la propria azienda zootecnica. Questo aumenta il rischio di inquinamento causato dall’abbandono di rifiuti da parte di terze persone. Aumenta anche il rischio incendi dovuto allo sviluppo incontrollato della vegetazione precedentemente contrastata con l’attività stagionale del pascolo.

Nella proposta l’assessore ha rimarcato come esistano strumenti di tutela dei produttori di latte tra cui il decreto ministeriale sull’obbligo di indicazione in etichetta del paese di mungitura per i prodotti derivati dal latte oppure le campagne di promozione a livello regionale dei prodotti inseriti nell’elenco “prodotti di Puglia”. Ma tutto questo non basta perché anche a causa della qualità deperibile del prodotto latte e degli scarsi strumenti di tutela contrattuale e di forme associazionistiche tra gli allevatori, vedono questi ultimi vittime di comportamenti poco etici da parte dei trasformatori i quali non si stanno fermando solo al taglio del prezzo del latte ma arrivano, addirittura, alla sospensione del ritiro della materia prima costringendo l’allevatore a destinare alla fogna il prodotto del proprio allevamento.

La proposta approvata dal consiglio comunale di Santeramo ha previsto quindi di dare indirizzo al Sindaco ed alla Giunta Comunale perché si facciano promotori presso le istituzioni regionali per la convocazione immediata di un tavolo di trattativa tra le parti in causa per individuare le possibili soluzioni, tra cui l’istituzione di un indice di riferimento sul modello della regione Lombardia. Questo indice lombardo, per quantificare mensilmente il prezzo del latte, considera sia i prezzi dei prodotti caseari del territorio (latte fresco alimentare, grana padano 9 mesi), che delle principali materie prime per alimentazione zootecnica (mais, soia).

Si è chiesto di sollecitare, altresì le autorità di polizia e controllo a vigilare sul rispetto del decreto del ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e del ministro dello sviluppo economico del 9 dicembre 2016 in materia di etichettatura con indicazione del paese di provenienza del latte utilizzato anche dalle aziende di trasformazione del latte operanti nel comune di Santeramo.

Molta attenzione sarà dedicata dall’amministrazione al costituendo marchio “mozzarella DOP di Gioia del Colle” avviando una capillare campagna informativa che coinvolga allevatori, trasformatori e consumatori per garantire una equa distribuzione del valore aggiunto che deriverà dal marchio “mozzarella DOP di Gioia del Colle” il cui disciplinare è attualmente pubblicato in Gazzetta ufficiale su del ministero delle Politiche agricole. Per dare più forza a questa azione saranno invitati i Consigli dei comuni che ricadono nel comprensorio indicato nel disciplinare della “mozzarella DOP di Gioia del Colle” a deliberare atti di indirizzo sullo stesso argomento. I comuni interessati sino: Acquaviva delle fonti, Alberobello, Altamura, Casamassima, Cassano delle Murge, Castellana Grotte, Conversano, Gioia del Colle, Gravina in Puglia, Locorotondo, Monopoli, Noci, Putignano, Sammichele di Bari, Turi, Castellaneta, Crispiano, Laterza, Martina Franca, Massafra, Mottola.

È notizia recente che in Regione Puglia si è tenuto un primo incontro tra le associazioni di categoria e gli uffici regionali insieme ai funzionari dell’ISMEA. Il primo passo intrapreso dalla regione Puglia per l’istituzione di un indice di riferimento, dichiara l’assessore Giuseppe Caponio, è apprezzabile ma non risolutiva. Infatti l’ISMEA rileva già il prezzo del latte crudo alla stalla ma questo non ha nessun vincolo di rispetto di tale prezzo da parte degli attori della filiera latte.

Il comune di Santeramo in Colle nella persona dell’assessore, il dott. Giuseppe Caponio, si farà promotore di questa iniziativa per far crescere l’attenzione delle istituzioni a tutti i livelli al fine di attuare iniziative concrete di tutela degli allevatori. Questa sarà la miccia, ha dichiarato il sindaco Fabrizio Baldassarre, per accendere un fuoco che deve vederci in prima linea per la difesa dei diritti dei nostri allevatori.

martedì 20 Febbraio 2018

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