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Made in Italy, Coldiretti Puglia: «+14% Comunicazione ‘Puglia’ In Etichetta Prodotti Agroalimentari»

La Redazione
ortofrutta
In crescita la vendita di prodotti agroalimentari made in Puglia
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Cresce l’appeal del ‘made in’ e dell’italianità, secondo l’Osservatorio Immagino Nielsen Gs1 Italy e la Puglia segna un tasso di crescita a due cifre. “La Puglia, regione che vanta numerosi primati produttivi nell’agroalimentare – spiega il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – ha dovuto imparare a difendersi dagli agropirati attraverso l’indicazione dell’origine del prodotto in etichetta. Per questo cresce del 14% la comunicazione del territorio regionale in etichetta su un paniere di 52mila prodotti analizzati, ponendosi al 6° posto delle regioni maggiormente comunicate on pack ed è aumentata anche la pressione della promozione dell’origine in etichetta con un ragguardevole 39,3%”.

Sempre secondo l’Osservatorio Immagino, gli italiani del Nord-Est preferiscono, se devono acquistare prodotti regionali, i prodotti trentini e altoatesini (di cui sono i consumatori numero uno), ma amano anche quelli pugliesi, più di quelli piemontesi.

“Domani con il ‘Pasta Day’ celebreremo l’entrata in vigore il 17 febbraio prossimo del decreto che obbliga ad indicare in etichetta l’origine del grano utilizzato per fare la pasta – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – un provvedimento fortemente sostenuto dalla Coldiretti perché coerente con la richiesta di trasparenza dei consumatori. Non si può impedire ai consumatori di conoscere la verità privandoli di informazioni importanti, considerato che attualmente 1 pacco di pasta su 3 prodotto in Italia è fatto con grano coltivato all’estero. Il decreto sull’etichettatura d’origine della pasta punta anche a contrastare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione, con una drastica riduzione delle semine e il rischio di abbandono per un territorio di 2 milioni di ettari coltivati situati spesso in aree marginali”.

L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che, con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare, ha portato all’approvazione della legge n. 204 del 3 agosto 2004. Da allora molti risultati sono stati ottenuti anche in Europa, ma sono ancora senza indicazione di origine in etichetta – continua la Coldiretti – i salumi, il concentrato di pomodoro e i sughi pronti, i succhi di frutta e la carne di coniglio. L’Italia, sotto il pressing della Coldiretti, ha fatto scattare il 19 aprile 2017 l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati, dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore il provvedimento per il latte fresco e risale al 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy.

L’ETICHETTA DI ORIGINE SULLA SPESA DEGLI ITALIANI

Cibi con l’indicazione origine
Carne di pollo e derivati
Carne bovina
Frutta e verdura fresche
Uova
Miele
Passata di pomodoro
Pesce
Extravergine di oliva
Latte/Formaggi
Pasta in itinere
Riso in itinere

Cibi senza indicazione di origine
Salumi
Carne di coniglio
Carne trasformata
Frutta e verdura trasformata
Derivati del pomodoro diversi da passata
Sughi pronti
Pane
*FONTE ELABORAZIONI COLDIRETTI

lunedì 12 Febbraio 2018

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