Attualità

Vertenza Natuzzi, l’Usb: «ennesimo atto di arroganza da parte dell’azienda”

La Redazione
Una delegazione di lavoratori della USB sotto la sede del Consiglio regionale Pugliese (archivio)
Il sindacato e i lavori "stigmatizzano" il comportamento dell'azienda rea, a loro dire, di aver disertato la convocazione del Comitato Sepac della Regione Puglia
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Gli ex lavoratori della Natuzzi Spa licenziati ad ottobre si sono riuniti in assemblea presso lo sportello di Altamura della Unione Sindacale di Base per fare un punto sulla vertenza e decidere le iniziative future.

A comunicarlo, in una nota, è la stessa USB

Dopo un ampio e approfondito confronto i lavoratori e l’organizzazione sindacale hanno convenuto che “merita netta stigmatizzazione il comportamento assunto dai dirigenti della Natuzzi Spa che lo scorso 15 maggio hanno disertato la convocazione ricevuta dal Comitato Sepac della Regione Puglia, finalizzato ad un esame congiunto con l’Usb per mitigare le nefaste conseguenze che l’industria santermana ha causato con il licenziamento collettivo avvenuto ad ottobre 2016”.

“Tale condotta – si legge ancora nella nota inviata in Redazione – è soprattutto un atto di non rispetto verso la Regione Puglia in primis e poi di tutte le Istituzioni politiche più in generale. Eppure proprio le Istituzioni hanno sempre dimostrato molta generosità nei confronti della Natuzzi. Solo per ricordare l’ultima tranche, i 27 milioni di euro accordati il 22 dicembre 2016 attraverso lo strumento del Contratto di Sviluppo, mentre i lavoratori erano ancora increduli del licenziamento subito. Pertanto, si chiede a tutti i rappresentanti istituzionali di attivarsi presso l’ente di riferimento per pretendere chiarimenti in merito al rapporto finanziamenti pubblici-riscontri occupazionali offerti da detta impresa”.

“Dinanzi a tanta arroganza – scrivono i lavoratori e la USB – i lavoratori e il sindacato non possono far altro che rispondere con ogni forma di lotta prevista dall’ordinamento giuridico. Ovviamente la Natuzzi Spa si assume la responsabilità di aver, ancora una volta, agito con la volontà di inasprire il conflitto sociale, anziché moderarlo”.

venerdì 19 Maggio 2017

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